Itinerario: Rimini felliniana, alla scoperta dei luoghi del regista

Autrice: Valentina Lepore – Tempo di lettura: 7 min

La città in cui è nato il regista celebra il suo centenario con una grande mostra a lui dedicata, ma basta anche solo passeggiare per le sue strade per sentirne il fascino e ritrovare i luoghi che lo hanno visto crescere e popolare il suo immaginario onirico.

Quella tra Fellini e Rimini è una storia d’amore molto complessa. Nato 100 anni fa, il 20 gennaio 1920, ci visse fino ai 19 anni. Vi tornò da Roma nel 1946, ma il regista faticò a riconoscere la sua città, sfregiata dalla guerra, e si rifiutò sempre di girare qui le scene dei suoi film. Così neanche un metro di pellicola è stato girato a Rimini, eppure ogni suo capolavoro ha in sé indizi, luoghi, suggestioni del suo “borgo”.

«Rimini è una dimensione della memoria» era solito dire, ma un memoria che si contamina col sogno, con la fantasia. Così Fellini ritrova la sua Rimini ad esempio nei paesaggi di Ostia Lido, ma più di tutto nelle ricostruzioni immaginifiche fatte a Cinecittà.

Eccoci dunque a scoprire questa Rimini, un «pastrocchio, confuso, pauroso, tenero, con questo grande respiro, questo vuoto aperto del mare». E il modo migliore per farlo è attraversarla a piedi o in bicicletta, con il sottofondo musicale delle musiche composte da Nino Rota per i suoi film, alla ricerca di tracce, luoghi legati alla sua giovinezza e alla vita quotidiana, scenari sospesi tra la realtà che cambia e l’immaginazione.

1. La casa natale di Fellini

Malgrado molti la cerchino tra i vicoli del Borgo San Giuliano, la casa dove è nato Federico Fellini si trova in via Dardanelli, oggi al numero 10 (la numerazione rispetto ad allora è cambiata).

L’edificio originale è andato distrutto durante i bombardamenti, oggi si può vedere una villetta giallina anni ’50 circondata da un piccolo giardino. Qui Fellini nacque martedi 20 gennaio 1920 alle 21:30, primo figlio di Urbano Fellini, originario di Gambettola. La famiglia si era trasferita a Rimini da un mese e la nascita di Federico venne registrata come “occasionale”. Qui visse per i primi 3 anni.

Si racconta che quella sera la pioggia scendeva sulla città e un fulmine cadde sulla sua casa. Nessuna targa segnala il luogo e anche l’attuale proprietario, fino a qualche anno fa, era completamente all’oscuro di abitare sulla memoria di casa Fellini.

2. La Marina di Rimini e i luoghi simbolo

Il paesaggio intorno alla casa natale di Fellini in quegli anni era molto diverso da quello odierno. Alla destra del porto canale c’era la campagna e il Viale Principe Amedeo, oggi popolato di ville del Novecento e abitazioni eleganti con giardini, un tempo era un viale bianco non asfaltato che conduceva al mare, il Grattacielo non era ancora stato edificato e la stazione con i treni, per Fellini metafora di ogni partenza, si raggiungeva con un sovrapasso pedonale.

Il viale Principe Amedeo conduce proprio in Piazzale Federico Fellini con al centro la Fontana dei Quattro cavalli. Proseguendo sempre dritti si giunge dove un tempo si trovava il Kursaal, uno stabilimento balneare inaugurato nel 1873 e distrutto nel dopoguerra, considerato il cuore mondano delle vacanze riminesi e delle feste estive. Fellini e i suoi amici da ragazzi lo frequentavano «per vedere quelli che ballavano».

Per chi passeggia nei dintorni, troverà ben 26 vie nel cuore della Marina di Rimini dedicate ad altrettante pellicole e sceneggiature del più celebre dei suoi figli e 4 dedicate a sua moglie Giulietta Masina.

3. Il Grand Hotel e Fellini

Nel piazzale dove si trovava il Kursaal, tutt’oggi si può ammirare il Grand Hotel, un elegante edificio in stile liberty inaugurato nel 1908 e voluto dal Comune di Rimini per attirare personaggi noti e personalità dell’alta borghesia che ne rimasero estasiati.

«Il mondo fiabesco dei ricchi e del lusso», un sogno della giovinezza reso celebre da Fellini nel suo Amarcord.

Fellini un giorno ricordò:

«Le sere d’estate il Grand Hotel diventava Istanbul, Baghdad, Hollywood. Sulle terrazze, protette da cortine di fittissime piante, forse si svolgevano feste alla Ziegfield. Si intravedevano nude schiene di donne che ci sembravano d’oro, allacciate da braccia maschili in smoking bianco, un venticello profumato ci portava a tratti musichette sincopate, languide da svenire. Erano i motivi dei film americani: Sonny boy, I love you, Alone, che l’inverno prima avevamo sentito al cinema Fulgor e che poi avevamo mugolato per interi pomeriggi, con l’Anabasi di Senofonte sul tavolino e gli occhi perduti nel vuoto, la gola stretta».

In occasione del centenario della nascita di Fellini, è stata realizzata una mappa dei luoghi più significativi del Grand Hotel.

Scarica la mappa del Grand Hotel ad alta risoluzione

A pochi passi dal Grand Hotel, nel Piazzale Fellini, si può scattare un selfie davanti a Fellinia, la Grande Macchina fotografica realizzata a mano nel 1948 dallo scultore Elio Guerra.

La scultura riproduce con precisione una macchina fotografica Ferrania Condor I con Obiettivo Galileo Esaog, F2, 5 cm a sei lenti. Nel tempo è stata un negozietto di materiali fotografici, dove venivano stampate le foto scattate ai turisti negli anni ’50-’60, e poi punto informativo turistico.
Oggi è soprattutto il simbolo della riviera di Rimini e della sua vocazione a produrre immagini e immaginazione, come il grande regista.

6. La “palata” del porto de I Vitelloni

Rimanendo nella zona di Marina centro, non distante dal Grand Hotel, si può raggiungere Piazzale Boscovich e proseguire la passeggiata fino al molo di Rimini. Sul piazzale del porto domina il bianco Faro settecentesco, ma la vera meta prediletta dai riminesi per passeggiare è la “palata” del porto fino alla sua punta. Qui si viene in tutte le stagioni, ma è soprattutto in inverno che si ritrova quell’atmosfera malinconica tanto cara al regista e ricorrente in molte sue pellicole.

La “palata” si trova all’inizio e alla fine di Amarcord, nelle passeggiate dei protagonisti de I Vitelloni, ed è il molo da cui le navi partono per andare ad incontrare il piroscafo Rex. Per ricrearlo nei film, Fellini scelse un punto del porto di Fiumicino sul litorale laziale. In particolare durante le riprese di E la nave va, il direttore della fotografia Rotunno si accorse di un aspetto importante: il sole a Rimini tramontava dalla parte opposta, non sul mare. Quando lo disse al regista, lui rispose: “Lo so bene, per questo sono qua”.

5. La casa di Titta, miglior amico di Fellini

Tornando verso il centro storico, superata la stazione ferroviaria che divide idealmente la città tra la Marina e il centro, a pochi passi da questa, in via Roma 41, si trova la casa di Luigi “Titta” Benzi, l’amico d’infanzia e di una vita di Fellini.

Qui trascorreva molto tempo, anche quando tornò in età adulta con la compagna Giulietta Masina, e proprio a questa casa si è ispirato per le scene di Amarcord dove il protagonista è proprio il suo amico Titta.

6. Il centro storico e le case di Fellini

Palazzo Ceschina

La vita riminese di Fellini, dall’infanzia alla giovinezza, si svolse per la maggior parte tra le strade e le case del centro storico. Qui infatti si ritrovano le abitazioni del regista, che ne cambiò diverse prima di lasciare la città per Roma a 19 anni.

  • Palazzo Ripa, Corso d’Augusto 115, un palazzo signorile, in pieno centro, la prima casa che Fellini ricordava veramente.
  • Palazzo Ceschina, Via Gambalunga 48, vi abitò dal 1926 al 1929, qui di fronte si trovava il Teatro Politeama dove ogni tanto scappava di nascosto. Secondo Fellini quella fu la casa della predestinazione. Oggi accanto si trova un nigh club chiamato Riche Monde, un luogo che sembra essere decisamente felliniano.
  • Palazzo Dolci, Via Clementini 9, un villino liberty, la casa dell’adolescenza e come scrisse lui, del primo amore per la “moretta” Bianchina Soriani.
  • Via Dante 9, è l’abitazione scelta dalla famiglia a partire dal 1931 dopo la partenza di Fellini per Roma.
  • Via Oberdan 1, è la casa dove la famiglia Fellini si trasferì nel 1951 e in cui abitò fino alla morte la madre, Ida Barbiani in Fellini, e la sorella Maddalena.

7. Il centro storico e i luoghi simbolo

Non di sole abitazioni è fatto il centro storico: i suoi luoghi hanno fatto parte della vita quotidiana del regista, popolando gli occhi di scenari che la sua immaginazione ha rielaborato e messo in scena.

Corso d’Augusto, la via del del passeggio cittadino, o per dirla alla Fellini, il “passeggino“, è dove sfrecciano le auto della Mille Miglia di Amarcord.

Piazza Cavour, con il suo Palazzo dell’Arengo, la caratteristica scalinata e la merlatura in stile romanico-gotico, fanno da sfondo alla sequenza delle celebrazioni fasciste in Amarcord. Sempre qui si trova la Fontana della Pigna, elemento scenico ricorrente, ad esempio nella memorabile scena del nevone in cui i ragazzi si divertono a lanciare palle di neve a la Gradisca e sopra ci si posa improvvisamente il pavone del conte.

Piazza Tre Martiri, luogo di ritrovo della città, dove sorge il Tempietto di Sant’Antonio, costruito nel 1518 e riedificato dopo il terremoto nel 1672, compare sempre in Amarcord nella scena della benedizione degli animali. È stato qui che il Fellini adolescente e i suoi amici hanno visto le donne di campagna pregare prima di montare le loro biciclette e hanno guardato «delinearsi, gonfiarsi … i più grandi e raffinati sederi di tutta la Romagna».

Spostandosi di poco, in via IV novembre, quasi di fronte al Tempio Malatestiano, all’angolo della strada si trovava la Bottega “FeBo”, una bottega artistica aperta insieme al pittore riminese Demos Bonini. Fellini realizzava caricature e ritratti per i passanti e ritraeva personaggi del cinema per il Fulgor, l’amico completava l’opera con i colori.

8. Il cinema Fulgor

L’itinerario Felliniano non può che giungere in Corso d’Augusto 162, dove si trova il Fulgor, il cinema dove Fellini vide il suo primo film, Maciste all’inferno, sulle ginocchia del padre, e dove si assicurava l’ingresso gratuito realizzando ritratti e locandine promozionali.

Dopo 5 anni di restauro, nel 2018 è stato restituito alla città di Rimini e ai riminesi in tutta la sua atmosfera magica dei cinema di una volta: palazzina liberty, interni in stile holliwoodiano anni ’30 ridisegnati dal premio Oscar Dante Ferretti, con un sontuoso foyer e due sale dedicate a Fellini e Giulietta, il Fulgor evoca tutta l’atmosfera di un’epoca immortale. Un luogo della memoria che vedrà nascere nello stesso edificio alla fine del 2020 anche il Museo della Fondazione Fellini.

9. Borgo San Giuliano

Non lontano dal cinema Fulgor, attraversato il Ponte di Tiberio, si trova il Borgo San Giuliano. Qui le facciate delle case colorate ricordano il genio di Fellini con dei caratteristici murales che riproducono personaggi e scene dei suoi film.

Ai tempi di Fellini, ‘E borg era una borgata popolare, di gente di mare, artigiani, contadini, persone umili e personaggi dalle storie movimentate, non certo ben visti da quelli del centro eppure sicuramente di ispirazione per l’immaginario folle di Fellini, per film come Amarcord e I clown ad esempio.
Oggi il Borgo non è più quello di una volta, con le case scalcinate e malmesso, ma si tratta di un delizioso quartiere dove tra vicoli e piazzette si omaggia la figura del regista e dove si possono trovare numerose osterie come una volta, dove gustare tutti i piatti tipici della cucina romagnola.

10. Dove trovare Fellini e Giulietta oggi

Per portare un saluto a Federico Fellini e Giulietta Masina, al termine del tour, si può fare visita al Cimitero Monumentale di Rimini dove la coppia riposa sotto la “grande prua”, una scultura in bronzo realizzata da Arnaldo Pomodoro.

Per chi visita Rimini nel 2020 potrà partecipare alle tante iniziative in programma in occasione del centenario dalla nascita di Fellini disponibili sul sito www.mostrafellini100.it